I cavalli bianchi di Palazzeschi: 'gente' e 'gerundi'

Quando Palazzeschi pubblica, nel 1905 e a proprie spese, la sua prima raccolta di poesie, I cavalli bianchi, è appena ventenne. Le cento copie stampate vanno a parenti ed amici, e la risonanza esterna è limitata a due recensioni di Moretti e Corazzini, anch’essi amici del Poeta. “I cavalli bianchi sono un libro compatto, anomalo e indecifrabile, uscito in segreto e come dal nulla, scritto, dice Palazzeschi, «con la semplicità e l’ingenuità di un bambino e la serietà di un asceta»” (Adele Dei, Giocare col fuoco, Introduzione a Tutte le poesie, 2003).